Il connubio tra il welfare locale e lo sviluppo dei territori è stato il focus theme al centro del secondo appuntamento #Conversazionisulsociale, ciclo di webinar realizzati nell’ambito del progetto Penisola sociale promosso da Cittalia, Anci, Fondazione Ifel e il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre a vent’anni dalla legge 328 del 2000 sul sistema integrato dei servizi sociali.

A partecipare al dibattito sulle prospettive, criticità e punti di forza della legge:

Anna Maria Candela, coordinatore generale presso Fondazione Banco di Napoli già direttore Regione Puglia Politiche Sociali e Innovazione, Gianna Fracassi, vice presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e presidente della Commissione Politiche sociali e sviluppo sostenibile, Francesco Monaco, coordinatore del Comitato tecnico delle Aree interne, Angelo Moretti, direttore generale consorzio Sale della terra Benevento, Andrea Morniroli, Cooperativa sociale Dedalus, Forum Disuguaglianze Diversità e Laura Rossi, assessora al Welfare del Comune di Parma.

A moderare il dibattito, il direttore della Fondazione Ifel, Pierciro Galeone.

Re-immaginare il welfare vuol dire immaginare la società in cui vogliamo vivere dove coesione, solidarietà e capacità di inclusione sono gli asset fondamentali per lo sviluppo del territorio e il coinvolgimento delle comunità.

I relatori hanno concordato sulla necessità di guardare al welfare locale non come ad una semplice “erogazione” di servizi ai soggetti più deboli ma come generatore di sviluppo e innovazione. Quell’innovazione di cui i Comuni, gli enti locali hanno dimostrato di sapersi fare interpreti con i progetti e le buone pratiche già realizzate. In questa direzione appare chiaro un cambio di paradigma che tenga conto da un lato del ruolo attivo di Comuni, cittadini e stakeholder locali per co-progettare gli interventi sul territorio mentre dall’altro la necessità di riconoscere un ruolo da protagonista dell’ente locale ricompattando le risorse e i fondi destinati al settore sociale.

Troppo spesso – come hanno rimarcato i relatori – il sistema dei servizi si realizza attraverso un ventaglio di interventi frammentati, discontinui e temporanei.

Oggi invece bisogna guardare al welfare come ad un sistema equilibrato e policentrico dove è necessaria l’interconnessione tra l’aspetto sociale e quello sanitario (lo sviluppo della cosiddetta “medicina territoriale”) includendo anche le questioni legate all’economia civile e alla sostenibilità ambientale che entrano a pieno diritto nelle politiche sociali.

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